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Amazing Annapurna, lungo uno dei sentieri più straordinari al mondo

Nepal È senza dubbio uno dei circuiti più vari ed interessanti del Nepal, dal punto di vista culturale e paesaggistico, ma anche climatico.
Dalle terrazze di riso con un clima subtropicale, a quello alpino e subartico del passo Thorong-La, fino a quello desertico dell’alta Valle del Kali Gandaki, incontrando una ricchissima varietà di gruppi etnici che vivono lungo il percorso.
Un’esperienza che va vissuta almeno una volta nella vita.
A passo lento. Senza fretta.
Dopo un anno di restrizioni imposte nel corso del 2020, è il momento giusto per tornare pianificare in anticipo la nostra prossima fuga. Quando ci sarà permesso oltrepassare nuovamente i confini nazionali, non solo per lavoro, per mettersi di nuovo in cammino, alla scoperta di paesaggi unici al mondo.
L’Himalaya resta uno dei luoghi più amati al mondo per quanti vogliono immergersi in una situazione che sa essere il giusto mix tra avventura, cultura, scoperta e sfida. I suoi Ottomila, che lungo il cammino vi abbracciano in anfiteatri naturali di una bellezza struggente, le genti che si incontrano sui sentieri di montagna o nei piccoli villaggi a valle, i monasteri, fermi nel tempo e nel freddo delle vette, gli spazi aperti e la fatica di una salita che vi porta a guardare con sincerità dentro voi stessi. L’Himalaya resta una delle mete che più di molte altre, in questa epoca funestata da una pandemia, sa assicurare al viaggiatore spazi, aria pura, ambienti sicuri e la giusta solitudine per ritrovarsi e ristabilire un proprio equilibrio interiore: tra cielo e terra, tra anima e corpo.
Il circuito dell’Annapurna è uno dei più incredibili al mondo – tra i 10 posti sul pianeta da visitare secondo Lonely Planet – ed è da sempre considerato il trekking più interessante del Nepal. Ma l’incredibile varietà culturale e i paesaggi così diversi tra loro, lo rendono sicuramente una delle mete da raggiungere almeno una volta nella vita.
Dalle lussureggianti foreste verdi all’arido paesaggio roccioso dal caratteristico aspetto tibetano dell’alta Valle del Kali Gandaki: una diversità che non vi lascerà indifferenti.
Chi decide di compiere il Circuito dell’Annapurna – il primo Ottomila ad essere stato scalato dall’uomo, per altro senza ossigeno – potrà vivere un’esperienza davvero straordinaria, costantemente sospeso tra cielo e terra. L’itinerario tocca i pittoreschi villaggi dei Gurung e dei Thakali, con la possibilità di vitto e alloggio presso le cosiddette case da tè che si trovano lungo i sentieri, non molto distanti le une dalle altre (non a caso è chiamato anche ‘teahouse trek’).
È un tour circolare che dura dai 10 ai 17 giorni e viene solitamente effettuato in senso antiorario ma oggi sono molti i sentieri percorribili e le deviazioni che si possono intraprendere, il che lo rende meno affollato di altri noti trekking, offrendo così la possibilità a tutti di avventurarsi in questa straordinaria esperienza.
Ricordate però, questo non è certo un paesaggio da attraversare di fretta!
Prendetevi il vostro tempo e assaporate passo dopo passo il meraviglioso palcoscenico di vette e ghiacciai, monasteri e laghi di montagna.
I percorsi sono semplici e poco faticosi, non superano mai i 2000 metri di dislivello e si snodano, appunto, intorno al famoso massiccio degli Annapurna, passando per le pianure subtropicali ai piedi dell’Himalaya, il Manang trans-himalayano e poi la regione del Mustang. Il punto più alto si raggiunge a Thorang La (5.416 metri), uno dei passi più alti del Nepal, per poi proseguire lungo il fiume Kali Gandaki che scorre attraverso la gola più profonda della terra tra due picchi giganti, gli Annapurna e il Dhaulagiri.
Viste di rigogliosi e fertili terreni agricoli e foreste naturali incontaminate, montagne innevate e incontri con una miscela di comunità etniche, oltre ad una vasta gamma di esperienze, rendono il circuito dell’Annapurna uno dei trekking più appaganti tra tutte le destinazioni in Nepal.

IL TREKKING NEL DETTAGLIO
Il trekking ha inizio da Besisahar e, per i primi giorni del percorso, si costeggia il fiume Marsyangdi, camminando attraverso lussureggianti vallate e un’area abitata dal popolo Gurung, oltre che da un gran numero di altri gruppi etnici. Si attraversa poi Chame (2.685 m) e Pisang (3.200 m) prima di trovarsi a Manang (3.535 m). Il villaggio di Braga con il gompa più grande della zona ed una preziosa collezione di thanka antichi offre una vista panoramica sulla catena montuosa degli Annapurna.
Lungo il percorso si incontrano innumerevoli alte cascate che precipitano nel fiume principale, mentre lo skyline è dominato dalla catena degli Annapurna e del Gangapurna. Impressionante la cascata di ghiaccio che dal Gangapurna scende fin quasi al fondovalle. L’impegnativa escursione al Tilicho lake (m. 4.950), il più alto al mondo, offre uno spettacolo di bellezza struggente. Da Manang, si sale attraverso alti pascoli alpini fino a raggiungere le piccole case da tè a Thorang Phedi; phedi significa ‘piede dell’altura’ ed è proprio lì che si trova questa località, alle pendici del Thorang La (5.416 m), il passo più alto del Nepal. Malgrado il malessere d’alta quota possa farsi sentire, vi sembrerà di aver conquistato l’Himalaya.
Superato il passo, si prosegue con una lunga discesa a Muktinath, sito di pellegrinaggi dove i seguaci del hinduismo vengono a purificarsi con l’acqua sorgente di vita. Il Dhaulagiri (8167 m) impone la sua faccia meridionale, a nord le aride colline dell’Alto Mustang. Siamo ormai nella Kali Ghandaki, in un punto molto bello che domina il villaggio medievale di Kagbeni (2480 m), la porta del Mustang. Il Nilgiri ci accompagna fino a Marpha (2667 m), il più caratteristico paese della valle. I muri delle case sono bianchi, gli infissi sono dipinti in verde e rosso. Punto chiave della carovaniera che per centinaia d’anni ha unito Nepal e Tibet, ora eccellenza per la produzione delle mele.
Se volete proseguire il cammino, potete raggiungere Ghorepani tramite Tatopani, che prende il nome dalle vicine sorgenti termali. Prima di ripartire, merita la spettacolare vista all’alba del massiccio Dhaulagiri e su altre vette, raggiungendo Poon Hill (3.030 m).
Percorrendo una ripida discesa raggiungerete Tikhedhunga e Birethanti (1.000 metri) lungo il fiume Bhurungdi e, non molto lontano, si trova Nayapul dove termina il trekking.

Informazioni utili
Durata: da 10 a 17 giorni
Altitudine massima: 5.416 metri
Periodo migliore: premonsonico e postmonsonico
Permessi: permesso ACAP (Annapurna Conservation Area Project) che può essere richiesto a Kathmandu e carta TIMS (Trekkers Information Management System) che può essere richiesta in Nepal presso agenzie di trekking autorizzate, presso gli uffici TAAN di Kathmandu e Pokhara o presso l’ufficio NTB a Kathmandu.

10 nepalesi conquistano la vetta del K2 in inverno.
Shar pa, gli “uomini dell’est”.
Questo è il significato letterale del nome che loro stessi si sono attribuiti, perché provenienti dal Tibet orientale e trasferitisi nella zona est del Nepal.Oggi viene comunemente utilizzato per indicare i portatori che accompagnano i trekkers sulle vette più alte del pianeta, ma a metà gennaio 2021, un gruppo di 10 sherpa nepalesi ha portato a termine una delle imprese più incredibili per la storia dell’alpinismo internazionale: la scalata del K2 in inverno per la prima volta.
Grazie alle condizioni climatiche favorevoli, la spedizione ha potuto raggiungere la vetta a 8.611 metri, in Pakistan. Conquistato per la prima volta nel 1954 dalla spedizione italiana di Achille Compagnoni e Lino Lacedelli, il K2, per questo chiamato la montagna degli italiani, era l’unico 8000 a non essere mai stato scalato nella stagione fredda. Un’impresa incredibile, il traguardo più grande nella storia dell’alpinismo, condotta da chi ha trovato nel turismo – diventando portatori appunto – una fonte di guadagno e ne ha fatto un mestiere e che oggi sono i protagonisti indiscussi della prima scalata invernale del K2.
I componenti della spedizione coordinata da Chhang Dawa Sherpa: Nirmal Purja (unico non sherpa e noto alpinista per aver scalato tutti i 14 Ottomila metri nel tempo record di 189 giorni), Mingma David Sherpa, Mingma Tenzi Sherpa, Geljen Sherpa, Pem Chiri Sherpa, Dawa Temba Sherpa, Mingma G, Dawa Tenjin Sherpa, Kilu Pemba Sherpa e Sona Sherpa.
(C) Foto di Silva Scagnetto
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