Bellinzona
La bella stagione è quasi arrivata. Una brezza tiepida si fa strada tra le foglie e i raggi del sole illuminano le perle nascoste del territorio ticinese. Luoghi meno conosciuti. Ponti di pietra, di legno e antichi. Lo sfondo ideale per lunghe passeggiate all’aria aperta. Il ponte Tibetano è uno dei più famosi in Ticino, ma ci sono altri 5 ponti che lasceranno i visitatori senza fiato
Alcuni territori ne hanno molti ed è così facile attraversare un ponte che non si fa più caso a quanto sia un portento di ingegneria. La maggior parte dei ponti ha qualcosa di particolare ed affascinante e meriterebbe molte più attenzioni: i ponti hanno un significato simbolico, quello di unire due parti altrimenti impossibilitate a “comunicare”, servono a far incontrare, parlare e confrontare. Ecco cinque ponti che in Canton Ticino uniscono e regalano panorami mozzafiato sulle bellezze del territorio.
1 – Ponte di Puntid
Case di sasso, cascate e torrenti. Un paesaggio quasi da fiaba è quello che propone la Val Calnègia. Ma la magia non è finita, il ponte romano in pietra attende con ansia il passaggio dei visitatori. Chiamato Puntid, giace nella natura dove tutto tace.
A monte di Foroglio si apre la Val Calnègia, un condensato di tutti i cataclismi che hanno plasmato le nostre montagne. Superato su comodo sentiero il ripido scalino che porta in cima alla cascata, questa valle presenta uno sviluppo di circa tre chilometri con un dislivello di soli 200 m. Essa è sovrastata da cime impervie, che le tolgono il sole durante i mesi invernali, e da altissime pareti levigate dai ghiacci. Eppure i tre maggenghi che si attraversano testimoniano un’intensa attività.
Il primo, Puntid, appena oltre la bella gola che precede il salto del fiume, coi suoi prati falciati, le sue baite accoglienti e il suo elegante ponticello.
Il secondo, Gerra, che deve il nome all’ampia pianura alluvionale, domina incontrastata la pietra: macigni ciclopici, sotto i quali l’uomo ha scavato abitazioni trogloditiche (splüi) o cercato il fresco in cui conservare i prodotti di tante fatiche, latte e latticini, in attesa del trasporto a valle.
Infine a Calnègia vi sono numerosissime cantine, scavate sotto blocchi che non affiorano quasi mai dal terreno.
Da vedere anche: Foroglio e dintorni, le torbe della Vallenaggia, nuclei della Val Bavona.
2 – Ponte di Petronilla
Un altro ponte romano per eccellenza si trova invece nascosto sopra Biasca. Da una delle chiese romaniche più belle attraverso un’immensa selva castanile si giunge al ponte Petronilla. Sotto la Cima di Biasca, più precisamente sull’Alpe di Lago, nasce il Ri della Froda, un riale che scende dalle alte cime, scorrendo attraverso un passaggio tra le rocce che l’acqua ha lentamente scavato nel corso dei secoli. Si formano così le cascate di Santa Petronilla, le cui acque spumeggianti si tuffano tra le pareti rocciose sopra Biasca per poi scomparire, come per magia, dietro la stazione ferroviaria.
Oltre alla bellezza delle cascate stesse, il luogo permette anche di godere di incantevoli panorami. Totalmente immersi nella natura si possono ammirare dall’alto Biasca, la Val di Blenio baciata dal sole, la Valle Leventina e la Valle Riviera con la sua pittoresca vegetazione. Le cascate sono raggiungibili con una passeggiata a piedi di circa trenta minuti, partendo dalla Piazza Centrale di Biasca, passando accanto alla Casa Cavalier Pellanda e salendo poi verso la Chiesa di San Pietro e Paolo, considerata uno dei più bei monumenti romanici della Svizzera. Camminando lungo il sentiero della Via Crucis con le sue 14 cappelle, all’ombra dei castagni, si giunge al ponte romanico, da cui si possono ammirare le cascate. L’attraversamento del ponte porta infine all’Oratorio di Santa Petronilla.
Da vedere anche: Laghetto di Astano, Ponte dei salti (Lavertezzo), Isole di Brissago (Giardino botanico)
3 – Ponte di Erbonne-Scudellate
Ponte di mezzo o ponte di legno? Entrambi! Metà Ticino, metà Italia. Da Scudellate a Erbonne, due paesi che per anni hanno condiviso una storia comune. Il ponte di legno con il suo fascino ha lasciato il segno.
Sino a pochi decenni fa, in Valle di Muggio l’uso agricolo del territorio perseguiva l’autosostentamento in presenza di scarse risorse; l’acqua piovana veniva immagazzinata nelle cisterne, o la scarsità di terreni adatti alla campicoltura ha determinato il terrazzamento dei pendii in prossimità dei villaggi. Queste tracce di sostenibilità vissuta sono oggi in parte ancora ben visibili. L’eccezionale stato di conservazione di questo peculiare tesoro dell’edilizia rurale ha contribuito alla nascita nel 1980 del Museo Etnografico della Valle di Muggio (MEVM) che si è dedicato da subito agli inventari e alla raccolta di documentazione del patrimonio etnografico e delle testimonianze orali e così parte di questo sapere è stato reso accessibile al pubblico sotto forma di itinerari tematici e una carta escursionistica.
ll mulino ad acqua di Bruzella (1983-96), di cinque nevère (antichi edifici usati per la conservazione al fresco del latte prima della sua lavorazione, 1997-2012), due roccoli (1997-1999), una cisterna e altri elementi del paesaggio culturale tradizionale sono davvero interessanti da vedere. Dal 2007 il MEVM si dedica anche al restauro di muri a secco, come ad esempio lungo il pittoresco sentiero tra Scudellate ed Erbonne. Con una mostra ed un libro si è ricostruita la storia della scoperta del Monte Generoso.
4 – Ponte-diga di Melide
Costruito su una morena il ponte-diga inizialmente collegava le due sponde del Lago di Lugano. La vista migliore è senza dubbio dal Monte San Salvatore. Lo spettacolo, che questo storico ponte può offrire è davvero indimenticabile.
Dalla vetta del San Salvatore, in prossimità del piccolo museo, si dirama un sentiero che attraversa il bosco sul versante nord del monte e conduce a Pazzallo e a Paradiso, esso permette di passeggiare in una natura intatta e rigenerante. Diversi punti panoramici, alcuni dotati di tavola sinottica esplicativa, offrono una splendida vista su Lugano, sul ramo del Ceresio che va verso Porlezza, sulla Sighignola, sul Monte Generoso e su Campione d’Italia. All’altezza dalla stazione intermedia di Pazzallo il sentiero esce dal bosco e segue, lungo una scalinata di 300 m, il percorso della funicolare. Prosegue all’ombra dei castagni per altri 20 minuti fino ad arrivare in prossimità della strada cantonale, in zona stazione FFS a Paradiso.
Da vedere anche: Museo di Speleologia San Salvatore, Funicolare Monte San Salvatore, Museo San Salvatore.
5 – Ponte della Merla
Nascosto poco dopo Brontallo, sotto Menzonio, si trova il ponte della Merla. Maestoso dal basso e imponente dall’alto. Il fiume Maggia scorre veloce tra le rocce sottostanti. Incastonato tra la vegetazione che cresce indisturbata, il ponte della Merla aspetta i visitatori per una passeggiata.
Primo villaggio della Val Lavizzara, Brontallo è posto su un terrazzo roccioso; le case quasi aggrappate sul pendio sono disposte a gradini. Le stalle e i fienili sono invece tutti raggruppati da una parte, verso il vallone a ovest, e formano un caratteristico complesso architettonico unico in tutta la Vallemaggia. La chiesa secentesca chiude a nord l’abitato. Per raggiungere il versante opposto della valle, in fondo alla gola, si deve attraversare il vecchio ponte della Merla. Brontallo si propone oggi come un villaggio autentico e tutto da vivere. Le strutture agrituristiche di qualità, perfettamente integrate nel contesto culturale e paesaggistico, e le interessanti attività a contatto con la natura fanno di Brontallo la destinazione ideale per un soggiorno indimenticabile all’insegna della tranquillità e della riscoperta delle tradizioni. In particolare gli agriturismi di Scinghiöra e Curt du Munt, situati a 1150 m.s.l.m., offrono la possibilità unica di trascorrere indimenticabili momenti immersi in un paesaggio mozzafiato senza rinunciare a tutti i comfort.